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Il Mediterraneo: economia, politica, strategia

31/08/1968

Diciassette paesi rivieraschi, due grandi potenze più la Gran Bretagna, numerosi altri paesi direttamente interessati al suo avvenire, fanno del Mediterraneo lo specchio d'acqua più aperto del mondo a tensioni contrastanti. Israele, gli arabi, la Grecia, la Spagna, la Turchia, il Maghreb, sono nomi di per sé significativi, indicano crisi più o meno gravi che hanno coinvolto i maggiori paesi del globo. E la lista è ben lungi dall'essere completa. La strategia moderna (e la diplomazia e la politica internazionale moderne) si occupa più che altro delle «crisi».·Crisi è quel periodo nelle relazioni fra due o più stati in cui questi entrano in conflitto per definire i rispettivi rapporti. La crisi va dal momento in cui inizia la tensione, al momento in cui, per reciproco accordo, la tensione termina. Il Mediterraneo è oggi percorso da una serie di crisi politiche militari ed economiche di grado diverso, cui bisogna saper rispondere. Per poter risolvere una crisi bisogna saper usare tutti gli strumenti più adatti: quello militare è solo uno fra essi. La moderna strategia per la risoluzione delle crisi deve saper agire alla base dei motivi di tensione, annullandoli o mutandone gli effetti. Solo allora potrà dire di aver «risolto» una crisi, che altrimenti gli si potrebbe riproporre più grave subito dopo un'apparente vittoria. Esempio di vittoria inutile: lo sbarco anglo-francese a Suez. Esempio di crisi ricorrente: la questione cipriota. Esempio di crisi risolta (almeno nei suoi aspetti internazionali): la rivolta algerina contro la Francia. Esempio di sconfitta: le sanzioni petrolifere arabe contro l'occidente. Per poter giudicare una crisi, per saperla risolvere, per conoscere gli strumenti che si possono utilizzare e i loro limiti, bisogna anzitutto disporre dei dati di fatto, dl un quadro preciso della realtà. Questa opera vuole servire di «aggiornamento» per tutti coloro, politici, militari o semplici studiosi, interessati all'area mediterranea.