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Il trattato internazionale sul commercio delle armi

09/10/2013

Il 2 aprile 2013 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (AG) ha adottato ad ampia maggioranza una risoluzione che incorpora il Trattato internazionale sul commercio delle armi (Arms Trade Treaty, ATT). Il trattato, già sottoscritto da 112 stati e ratificato da sette, entrerà in vigore dopo 50 ratifiche. Si tratta del primo trattato in materia dopo quello concluso sotto l'egida della Società delle Nazioni nel 1925 e mai entrato in vigore. L'ATT non vieta il commercio internazionale di armi convenzionali: aspira invece a migliorarne la regolamentazione rendendola più stringente e trasparente. Il trattato impone infatti una serie di proibizioni per quanto riguarda l'esportazione, l'importazione, il transito e l'intermediazione nel settore degli armamenti. La sfera di applicazione è limitata ad un numero ristretto di armi, coincidente con quelle disciplinate dal Registro delle Nazioni Unite con l'aggiunta significativa delle armi di piccolo calibro. L'ATT istituisce inoltre un sistema di controllo basato su rapporti annuali degli stati contraenti, sull'istituzione di un segretariato e su una conferenza degli stati parte. Come ogni trattato a livello universale, l'ATT è il frutto di compromessi tra le diverse esigenze. I suoi limiti, in particolare la sua limitata sfera di applicazione ed il poco stringente sistema di controllo, non possono essere sottaciuti. Tuttavia, si tratta pur sempre del primo strumento a livello universale in materia di commercio delle armi convenzionali, e la sua entrata in vigore non potrà non contribuire alla realizzazione dei principi inseriti nel preambolo del trattato.

Paper produced within the framework of the project International Relations Observatory .

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