La sovranità economica limitata. Programmazione italiana e vincoli comunitari
La progressiva e sistematica apertura dei mercati nazionali alla concorrenza estera e forse la caratteristica più saliente della storia economica del mondo occidentale nel ventennio postbellico. Come conseguenza si è avuta un'espansione eccezionale degli scambi internazionali di merci, di servizi e di capitali che ha certamente determinato una larga interdipendenza di economie fino allora più o meno rigidamente separate da barriere doganali e ostacoli di vario genere. Ad un tempo causa ed effetto del generale fenomeno di liberalizzazione degli scambi e di internazionalizzazione delle economie, si sono venuti creando e rafforzando nel dopoguerra una serie di organismi internazionali cui i paesi aderenti hanno accettato di trasferire quote più o meno estese della propria sovranità in materia doganale, monetaria e più generalmente economica. In tal modo anche l'ltalia, come membro di una comunità internazionale sempre più interdipendente e integrata, è vincolata nella formulazione della sua politica economica, interna ed esterna, ad una serie di norme e di impegni che riducono – forse più profondamente di quanto si creda – la sua libertà d'azione. In particolare l'appartenenza alla Cee comporta obblighi che vanno dalla semplice consultazione (es.: misure di politica congiunturale), alla necessità di pervenire a decisioni collettive (prezzi agricoli), all'accettazione di un controllo decisionale extranazionale (aiuti regionali e settoriali, decisioni in materia di concorrenza). In sostanza alcuni fra gli strumenti cui gli stati membri sono ricorsi in passato non possono più essere applicati nell'ambito di un'unione doganale; altri hanno perduto la loro efficacia; altri ancora per essere efficaci devono essere applicati con maggior rigore e maggior severità. L'oggetto del presente rapporto (sintesi di una ricerca commissionata all'lai dall'Ispe nel quadro della elaborazione del programma economico 1971-1975) è la puntualizzazione dei vincoli alla politica economica italiana determinati dall'appartenenza del nostro paese alle comunità internazionali e in particolare alla Comunità europea.
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Details
Bologna, Il mulino, July 1972, 95 p. -
Issue
20
I. L'internazionalizzazione dell'economia italiana
La sviluppo della componente estera
II. Vincoli risultanti dalle politiche comunitarie
Comunità europee e cooperazione internazionale
Regolamenti e decisioni
Obiettivi comunitari e obiettivi nazionali
Restrizioni agli strumenti di politica economica nazionale
Classificazione dei vincoli
Considerazione conclusive
III. Politica economica e prospettive dell'Unione monetaria
Il coordinamento delle politiche nazionali
Disposizioni del Trattato e sviluppi istituzionali
Coordinamento delle politiche Congiunturali e di bilancio
Coordinamento e cooperazione monetaria
Politica economica a medio termine
Dalla politica a medio termine al programma di unione monetaria
Le prospettive dell'unione monetaria
I precedenti: le vicende monetarle del biennio 1968'69
Il piano Barre
Il rapporto Werner
Le decisioni del Consiglio e le conseguenze per l'ltalia
Unione monetaria, burocrazia e Mezzogiorno
IV. Politica industriale comune e vincoli di competitività
Le motivazioni
Le origini
Il memorandum di politica industriale
Le reazioni degli stati membri e gli sviluppi successivi
Il problema degli investimenti Usa nella Cee
La posizione dell'Italia
Competitività, imprese pubbliche e sindacati
V. Politica regionale
I termini del problema
Le origini della strategia comunitaria
Le proposte della Commissione
Sviluppi successivi e conseguenze per l'ltalia
VI. Politica agricola
Gli obiettivi generali
Il sistema dei prezzi agricoli comunitari
I meccanismi d'intervento ed i vari tipi di organizzazione
La politica delle strutture agricole
Il finanziamento comunitario
Considerazioni sui vincoli e piano Mansholt