Lo stato del processo di integrazione del mercato europeo della difesa
Negli ultimi 15 anni il panorama del mercato europeo della difesa ha vissuto significative evoluzioni grazie a iniziative intraprese nell’ambito dell’UE che pongono il Sistema-paese italiano di fronte a una sfida complessa. A livello normativo, le due direttive del 2009 concernenti gli appalti nel settore della difesa e i trasferimenti all’interno dell’UE hanno cercato, con risultati limitati, di abbattere le barriere tra i mercati nazionali degli stati membri, mentre il regolamento del 2019 sugli investimenti esteri diretti ha importanti implicazioni anche per il mercato della difesa. A partire dal 2016 la Commissione europea ha introdotto una serie di strumenti mirati a promuovere la cooperazione tecnologica e industriale nella difesa tra i governi e/o le imprese del settore, con l’obiettivo di consolidare la domanda e migliorare l’offerta nel mercato. In primo luogo vi è l’European Defence Fund (Edf) e poi, nel 2017, gli stati membri hanno istituito la Permanent Structured Cooperation (Pesco). Il Trattato di Lisbona disegnava dunque una Pesco ambiziosa e composta da pochi stati membri in grado, politicamente e operativamente, di svolgere le missioni militari più impegnative ed integrarsi verso standard più elevati, ma l’attuazione ha preso un’altra strada. Infine, a marzo 2024 la Commissione europea, delineando una visione di insieme e di lungo periodo articolata in nuovi strumenti di politica industriale, ha pubblicato la European Defence Industrial Strategy (Edis) pronta ora ad essere negoziata con gli stati membri e il Parlamento europeo, così da essere adottata definitivamente dall’UE nel 2025. La Strategia comprende anche la proposta di istituire un European Defence Industrial Programme (Edip), con un proprio regolamento e bilancio (1,5 miliardi di euro fino al 2027) similmente a quanto avviene per l’Edf. L’obiettivo principale, alla luce della guerra russa in Ucraina, è aumentare la prontezza (“readiness”) militare e industriale della difesa UE nel proteggere i propri cittadini e l’integrità del suo territorio. L’Edis, che pone obiettivi ambiziosi, presenta però dei punti critici. In un quadro tanto complesso, il presente studio analizza sinteticamente tutte le singole iniziative più rilevanti nella difesa europea dal 2009 in poi, fino all’introduzione dell’Edis, mettendo in luce sia gli impatti industriali che le criticità di tali iniziative, e formula di conseguenza una serie di raccomandazioni specifiche per l'Italia.
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Details
Rome, Senate, March 2024, 49 p. -
Issue
Approfondimenti 212
Executive summary
1. Il quadro normativo del mercato europeo della difesa / Michele Nones e Gaia Ravazzolo
1.1 Direttiva 2009/81 su appalti e procurement
1.2 Direttiva 2009/43 sui trasferimenti intracomunitari
1.3 Regolamento 2019/452 sui Foreign Direct Investments (FDI)
2. I programmi di investimento UE nella difesa / Gaia Ravazzolo e Michele Nones
2.1 Preparatory Action on Defence Research (PADR)
2.2 European Defence Industrial Development Programme (EDIDP)
2.3 European Defence Fund (EDF)
2.4 European Defence Industry Reinforcement through common Procurement Act (EDIRPA)
2.5 Act in Support of Ammunition Production (ASAP)
3. La PESCO e le iniziative intergovernative UE / Alessandro Marrone e Gaia Ravazzolo
3.1 Capability Development Plan (CDP)
3.2 Coordinated Annual Review on Defence (CARD)
3.3 Permanent Structured Cooperation (PESCO)
4. European Defence Investment Strategy (EDIS) / Alessandro Marrone
5. Conclusioni e raccomandazioni per l’Italia / Michele Nones e Alessandro Marrone
5.1 Direttiva 2009/43 sui trasferimenti intracomunitari
5.2 Direttiva 2009/81 su appalti e procurement
5.3 Regolamento 2019/452 sui Foreign Direct Investments (FDI)
5.4 European Defence Fund (EDF)
5.5 PESCO ed iniziative intergovernative
5.6 European Defence Industrial Strategy (EDIS)
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