La politica estera vista dagli italiani
Terzo appuntamento dei "Colloqui Internazionali" organizzato dall’Istituto Affari Internazionali (IAI) e La Stampa, in collaborazione con il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino, e nell'ambito della partnership strategica con la Compagnia di San Paolo.
La presentazione della ricerca IAI-Laps sulle opinioni degli italiani in politica estera è stata aperta dagli indirizzi di saluto di Edoardo Greppi (Università di Torino), Licia Mattioli (Compagnia di San Paolo), e Ferdinando Nelli Feroci (IAI).
Pierangelo Isernia (Università di Siena) ha illustrato i principali dati messi in luce dallo studio, dal quale emerge un grande pessimismo degli italiani riguardo l’influenza del proprio Paese nella politica internazionale ed europea. La garanzia della sicurezza e dei confini, insieme alla gestione dei flussi migratori appaiono agli italiani gli interessi nazionali più rilevanti, mentre continua ad aumentare lo scetticismo nei confronti dell’integrazione europea, sebbene una maggioranza degli intervistati non avrebbe intenzione di uscire né dall’Ue né dall’Euro. Sfiducia e paura sono i sentimenti prevalenti che sembrano emergere dal sondaggio. Sfiducia nell’operato del governo, bocciato in tutti i settori della politica estera, e paura dell’immigrazione, ritenuta fortemente connessa al terrorismo. Degna di nota anche la grande diffusione che gli atteggiamenti cospirazionisti stanno avendo tra gli italiani, la maggioranza di questi, ad esempio, pensa che la crisi finanziaria sia stata il risultato di una cospirazione di banchieri e politici. La fotografia offerta, in conclusione, è quella di un popolo che “non ha più le ancore che aveva un volta ed è impaurito, arrabbiato e confuso”.
Durante il dibattito Armando Barucco (Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale) ha proseguito concentrandosi sulla dicotomia tra fatti e percezioni, giudicando sconfortante che la posizione degli italiani sia pressoché simile a quella del 2011, quando la situazione era sicuramente più critica, data l’appena superata crisi economica. Marta Dassù (Aspen Institute) ha cercato di incrociare le percezioni degli italiani con quelle contenute in simili sondaggi europei, dai quali i sentimenti italiani risultano in linea con quelli di altri paesi del sud Europea. Ettore Greco (IAI) ha ricordato l’importanza della ricerca e dei suoi risultati, in primis per la classe politica. Dati che offrono percezioni tuttavia non sempre ragionevoli, a partire da quel 60% degli intervistati che pensa che il debito pubblico non sia importante. Infine, il dibattito si è concluso con le parole di Lia Quartapelle (deputata), che ha voluto soffermarsi sul caso Regeni. Dal sondaggio emerge, infatti, che non sembrano esser state adeguatamente spiegate le ragioni della scelta politica di rimandare l’Ambasciatore italiano in Egitto, quando, invece, la comunicazione su temi così sensibili è cruciale.
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