Innovazione e competitività: un'agenda per Europa e Italia. Presentazione del rapporto Global Outlook 2015
Il 29 aprile si è svolta a Roma la conferenza di presentazione del Rapporto 2015 del Global Outlook, un programma che lo IAI realizza in cooperazione con un gruppo di imprese, banche ed enti pubblici.
In apertura dell’incontro, il presidente dello IAI, Ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, ha ricordato che il Global Outlook, uno dei programmi storici dello IAI (la prima edizione risale infatti al 1996), mira ad offrire una visione di insieme dell’andamento dell’economia internazionale e in particolare di quella europea, e ad avanzare una serie di proposte e raccomandazioni sulle strategie di politica economica dell’Italia e dell’Ue.
Il rapporto è stato presentato dal vicepresidente dello IAI Fabrizio Saccomanni, autore della parte sugli scenari globali, dal direttore della LUISS School of European Political Economy Marcello Messori, che ha scritto la sezione sugli squilibri dell’area euro, e da Andrea Renda, direttore del Global Outlook e curatore del rapporto.
Fabrizio Saccomanni si è soffermato sui persistenti squilibri e tensioni dell’economia globale, ponendo l’accento sull’impatto del rallentamento della crescita cinese e sulle difficoltà crescenti dei paesi in via di sviluppo, nonché sugli ostacoli che si frappongono a un più stretto coordinamento delle politiche economiche e monetarie a livello internazionale.
Sulla base di un’analisi dell’evoluzione più recente delle bilance commerciali e dei pagamenti dei paesi dell’area euro, Marcello Messori ha sottolineato come si sia registrata in effetti una certa riduzione degli squilibri nell’eurozona grazie alle politiche di aggiustamento attuate dai paesi periferici, ma come diversi elementi segnalino al contempo che questo processo di aggiustamento potrebbe non essere strutturale e quindi rivelarsi temporaneo e reversibile. È un campanello d’allarme che, secondo Messori, non andrebbe sottovalutato: quando la crescita riprenderà, gli squilibri potrebbero riproporsi.
Andrea Renda ha dedicato il suo intervento ai nuovi orientamenti della Commissione europea in materia di politica economica, analizzando in particolare le prospettive di riforma di Europa2020, la strategia dell’Ue per la crescita. C’è molta incertezza sull’esito del processo, cioè sull’effettiva capacità dell’Ue di mettere a punto una più incisiva strategia della crescita, anche perché, ha sottolineato Renda, permangono forti ritardi ed esitazioni nel prendere atto che alcuni aspetti altamente problematici o obsoleti andrebbero superati.
Dopo i tre interventi di presentazione del rapporto hanno preso la parola il presidente della Cassa Depositi e Prestiti Franco Bassanini, il sottosegretario della Presidenza del Consiglio dei Ministri Sandro Gozi, e la direttrice generale di Confindustria Marcella Panucci.
Trattando della strategia europea della crescita, Franco Bassanini ha fatto una serie di rilievi critici al piano di investimenti lanciato dalla Commissione Europea, il cosiddetto piano Juncker. Secondo Bassanini, che ha definito il rapporto del Global Outlook un documento di “notevole spessore scientifico e culturale”, tre sono i principali problemi del piano: le procedure sono troppo complicate; c’è notevole incertezza sull’effettiva disponibilità di fondi privati addizionali; sarebbe necessario allentare i vincoli sugli investimenti statali, rivedendo o applicando in modo più flessibile la normativa sugli aiuti di Stato.
Sandro Gozi ha sostenuto che l’agenda europea deve concentrarsi sullo sviluppo del capitale umano, dell’economia digitale, in particolare dell’e-commerce, e sulle piccole e medie imprese. Saranno queste, ha assicurato Gozi, le priorità su cui insisterà il governo italiano. Il piano Juncker, ha aggiunto Gozi, è un primo passo, ma ne vanno definiti meglio gli strumenti finanziari.
Marcella Panucci ha salutato con favore il risveglio di interesse per la politica industriale sia a livello nazionale che europeo, esprimendo apprezzamento per l’enfasi che vi ha posto il rapporto del Global Outlook. Il piano Juncker può essere uno strumento utile ma, ha sottolineato la direttrice generale di Confindustria, serve una ben più ampia strategia di rilancio dell’industria europea, che contempli investimenti in ricerca, nel digitale e nel settore energetico. Un ruolo cruciale per il coordinamento delle politiche industriali a livello industriale deve essere svolto, secondo Panucci, dal Consiglio competitività dell’Ue.
Concludendo la riunione, Saccomanni ha convenuto che un’applicazione rigida della delle regole per la tutela della competitività da parte dell’Ue rischia di soffocare il piano di investimenti, ma ha anche auspicato che l’Unione sappia perseguire obiettivi più ambiziosi, compresa l’acquisizione di una capacità fiscale che la metta in condizione di attuare efficaci politiche anticicliche. Un impulso politico importante potrà venire dal nuovo documento sulla riforma della governance economica europea che i quattro presidenti delle istituzioni europee presenteranno a giugno.
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