Turmoil in South America and the Impact on Energy Markets
In tutta l’America Latina il 2019 è stato caratterizzato da estese rivolte. Negli ultimi mesi le proteste sono esplose in Bolivia, Ecuador e Colombia mentre l’Argentina ha eletto un nuovo presidente, quello della Bolivia si è dimesso dopo crescenti tensioni con i suoi oppositori, sia politici che militari, e il presidente del Perù affronta una crisi politica. Alimentati in gran parte dalla rabbia per la corruzione, le disuguaglianze economiche e l’aumento del costo della vita, i conseguenti disordini sociali hanno reso incerte le prospettive del settore energetico. Le continue agitazioni politiche e sociali contribuiranno probabilmente al ristagno in questi paesi della produzione di petrolio e gas. Al contrario, Brasile e Guyana si avviano a diventare i maggiori produttori di petrolio della regione. In Brasile le riserve “pré-sal” hanno attirato gli investimenti esteri sebbene servano ulteriori riforme favorevoli al mercato per sostenere lo sviluppo. La Guyana, da parte sua, è sulla buona strada per diventare il più recente petro-stato della regione e nei prossimi anni registrerà una crescita economica esplosiva. Nonostante le sue ampie riserve, il Venezuela è escluso da questo studio perché il disordine politico ed economico del paese, unito alle sanzioni statunitensi, rende altamente improbabile qualsiasi aumento degli investimenti a breve termine.
Studio preparato nell’ambito della partnership strategica IAI-Eni, dicembre 2019.
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Dati bibliografici
Roma, IAI, dicembre 2019, 16 p. -
In:
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Numero
19|26 -
ISBN/ISSN/DOI:
978-88-9368-118-6
Introduction
1. Resource nationalism and political upheaval cloud the oil and gas investment horizon
1.1 Argentina
1.2 Bolivia
1.3 Ecuador
1.4 Peru
1.5 Colombia
2. Large resources and favourable contract terms: Brazil and Guyana on track for spikes despite regulatory challenges
2.1 Brazil
2.2 Guyana
Conclusion
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Ricerca02/11/2018
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