Iran's new foreign policy toward Europe
Nelle cronache dell’Iran, Assan Rohani è l’uomo del “nuovo corso”: il presidente iraniano ha imposto un cambio di rotta alla politica estera del suo Paese, dopo gli anni dell’antagonismo con l’Occidente di Mahmud Ahmadinejad. Ora l’Iran cerca di uscire dall’isolamento, ha ridotto la produzione di uranio arricchito e s’è aperto al dialogo con gli interlocutori internazionali europei e mondiali. Ma la diffidenza è ancora elevata, soprattutto da parte degli Stati Uniti, i quali prima di abbassare la guardia vogliono vedere risultati concreti sulla rinuncia ai programmi nucleari a fini militari.
“Dovete darci più tempo, e più fiducia”: sono le parole dell'ex vice-ministro degli Esteri per gli affari legali e internazionali Gholamali Khoshroo, intervenuto al seminario su "Iran's new foreign policy toward Europe, challenges and opportunities", organizzato dallo IAI il 18 febbraio a Roma.
“Oggi il mio Paese sta cercando di cambiare –dice Khosroo- e per farlo ha bisogno del sostegno dell’Europa. Stiamo riallacciando rapporti con l’Arabia Saudita e dovremmo trovare più punti di contatto e di confronto con i gli altri Paesi della Regione. L’Italia, come ha detto anche il presidente Rohani, è sempre stata un partner strategico dell’Iran, sul piano sia economico che geopolitico. Siamo molto vicini al vostro Paese, che è stato uno dei primi e più convinti sostenitori della riapertura del dialogo tra Occidente e Iran. Voi siete la nostra porta verso l’Europa. Spero che questo dialogo possa continuare e portare buoni frutti”.
Dall’analisi di Khoshroo emerge un Paese che sta cercando davvero di uscire dall’impasse diplomatica degli ultimi anni, da un isolamento che ha arrecato gravi danni al tessuto sociale ed economico. Nelle parole dell’ex vice-ministro, c’è il tema dell’”iranofobia”, l’approccio negativo e punitivo portato avanti negli ultimi anni dalle grandi potenze, Usa in primis, contro l’Iran. Khoshroo ribatte: “L’Occidente ha ancora molta paura di noi. Soprattutto gli Stati Uniti, che continuano nella loro politica di embargo nei nostri confronti. Ma le cose stanno per cambiare: l’America sta cambiando, Obama non è Bush e spero che il dialogo aperto dal presidente Rohani possa presto condurre alla fine dell’embargo contro di noi e all’apertura di un confronto basato sulla fiducia reciproca”.