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America Latina e Caraibi: un’opportunità per la politica estera italiana

25/05/2023

In un ordine mondiale in trasformazione, con il sorgere di nuovi attori che spingono per una configurazione multipolare, i paesi e i blocchi regionali stanno ricalibrando le loro politiche e posizioni geopolitiche. Sin dalla crisi finanziaria del 2008, un susseguirsi di crisi, accompagnato dal cambiamento tecnologico e dall’emergenza ambientale, ha trasformato la natura della globalizzazione, riducendo le ragioni dell’efficienza economica e aumentando quelle della geopolitica. Anche l’America Latina e i Caraibi (ALC), una regione dove vivono 664 milioni di persone, ricca di risorse naturali e che vale il 5,6% del PIL mondiale, sta ridefinendo il proprio ruolo economico e geopolitico. Questo susseguirsi di crisi, nate lontano dai confini geografici latinoamericani, hanno scosso le fondamenta di tutto il subcontinente. L’ALC, da alcuni considerata come il pilastro meridionale de facto dell’Alleanza Atlantica, sta scivolando in una posizione marginale: fornitrice di materie prime e prodotti agroalimentari alla Cina e alla ricerca – sinora infruttuosa – di un ruolo geopolitico rilevante. L’ALC, a causa della propria struttura economica e del risorgere di storici problemi socioeconomici, vive una fase di instabilità politica, con frequenti cambi di governo, proteste e politiche pubbliche inefficaci. D’altra parte, l’ALC si riafferma come una regione strategica per la politica estera europea, e soprattutto, italiana; rilevante, ma verso la quale non esiste una politica di lungo periodo. E questo nonostante il legame naturale tra l’Unione Europea (UE) e l’ALC, basato sugli scambi economici, vincoli storici e condivisione dei valori liberali (democrazia, diritti umani, multilateralismo, diritto internazionale, libero mercato). Un partner da far valere nei consessi multilaterali: UE e ALC insieme rappresentano un gruppo di 60 paesi, che possono agire congiuntamente nelle istanze internazionali, ONU, G-20, OMC, guidate da interessi e valori comuni. E anche per supportare il commercio e gli investimenti (con opportunità associate ai processi di nearshoring), e con abbondanza di materie prime indispensabili per la transizione verde e la strategia di Green New Deal, prospettata dall’Unione Europea. L’interesse dell’Italia per la regione presenta un andamento altalenante ma c’è spazio per azioni incisive, attraverso gli strumenti di politica estera di cui Roma dispone, e per concorrere attivamente a determinare la politica europea, in raccordo con Madrid.

Il paper è il risultato del lavoro congiunto dei think tank che partecipano al progetto di “Comunità italiana di Politica Estera”.

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