La componente aerea nelle missioni internazionali dell’Italia: trend e scenari
“Il ruolo dei velivoli da combattimento italiani nelle missioni internazionali: trend e necessità”: questo il titolo del nuovo Quaderno IAI, presentato il 13 maggio a Roma, presso Palazzo Rondinini. La conferenza, organizzata dall’Istituto Affari Internazionali, ha rappresentato un’occasione per andare oltre gli stereotipi che molto spesso animano i dibattiti attuali sul tema della difesa, dando la possibilità di condurre un dialogo informato e costruttivo.
Dopo gli interventi introduttivi di Ferdinando Nelli Feroci e Vincenzo Camporini, rispettivamente Presidente e Vicepresidente dello IAI, è seguita la presentazione del Quaderno, condotta da Alessandro Marrone e Alessandro R. Ungaro, ricercatori presso l’Istituto Affari Internazionali.
Nel tentativo di fornire vari punti di vista su questa tematica, hanno preso parte alla conferenza personalità appartenenti a diversi ambiti e settori: il Direttore Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Vittorio Emanuele Parsi; il Rappresentante italiano presso la NATO, Gabriele Checchia; il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, Pasquale Preziosa e l’Amministratore Delegato di Alenia Aermacchi, Giuseppe Giordo.
Prendendo le mosse dalla presentazione del Quaderno, il dibattito si è concentrato sull’importanza del ruolo svolto dai velivoli da combattimento italiani nelle operazioni internazionali, evidenziando “trend e necessità”. In particolare, nelle operazioni analizzate dallo studio IAI, è stata evidenziata la tendenza all’impiego della componente aerea italiana sempre all’interno di coalizioni multinazionali, composte in larga misura da membri dell’Alleanza Atlantica. Durante il dibattito è stato sottolineato come tale punto riveli l’inestricabilità dell’Italia rispetto agli organismi internazionali di riferimento, quale effetto di un mondo sempre più globalizzato ed interconnesso. In un contesto simile, la partecipazione a missioni internazionali risulta funzionale al perseguimento degli interessi nazionali, non solo in maniera diretta, attraverso la risoluzioni di crisi che minacciano la stabilità e la sicurezza interne, ma anche in modo indiretto, quale strumento per accrescere la credibilità e il peso a livello internazionale.
A tal fine, in più interventi è stata evidenziata la necessità di garantire che questa partecipazione sia attiva ed efficiente. Ecco quindi che, all’interno della cultura interforze che si sta affermando nel quadro delle missioni di pace, uno strumento aereo efficace e sostenibile viene ad assumere un ruolo di primo piano. Tenendo presente che nel prossimo futuro le Forze Armate italiane, Aeronautica e Marina Militare in particolare, si troveranno a dover sostituire una parte consistente dell’attuale flotta di velivoli da combattimento in via di obsolescenza, si sono discusse quali alternative consentirebbero all’Italia di mantenere le capacità aeree richieste per partecipare alle missioni internazionali.
Alla luce del mancato investimento da parte dei Paesi europei a metà degli anni Novanta in un programma di sviluppo di un velivolo di quinta generazione, lo studio IAI presenta l’adesione al programma per la produzione del velivolo F-35 come unica opzione possibile per l’Italia. Interoperabile, net-centrico, a bassa osservabilità e altamente deployable: l’F-35 rappresenta, dunque, lo strumento aereo efficace e sostenibile necessario per garantire l’efficacia della partecipazione italiana alle missioni internazionali. Inoltre, tale scelta viene riaffermata da valutazioni di tipo economico-produttivo che ne evidenziano la convenienza anche in termini di ritorni industriali.
Più in generale, si è sottolineata nel corso della discussione l’importanza di investire nel settore dell’aerospazio e difesa, anche per i risvolti positivi che lo sviluppo di tecnologie cosiddette duali possono determinare in campo economico e non solo. Tale valutazione, tuttavia, è stata accompagnata da una considerazione critica rispetto alla sostanziale mancanza di investimenti nell’industria dell’aerospazio e difesa.
Infine, in riferimento alle diverse alternative per l’Italia riguardo alla sostituzione dei velivoli da combattimento attualmente in uso, è stata evidenziata in maniera pressoché unanime la necessità che tale scelta tenga conto della complessità dell’attuale scenario internazionale. L’imprevedibilità del contesto attuale, la diversificazione dei teatri di intervento, la crescente interconnessione e globalizzazione sono elementi che l’Italia deve considerare per evitare di trovarsi impreparata di fronte alle sfide del futuro.
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