La Conferenza di riesame del TNP: quale futuro per la non proliferazione e il disarmo?
Il consigliere scientifico IAI Natalino Ronzitti ha presieduto l'incontro sulla conferenza di riesame del Tnp con Giovanni Brauzzi Direttore centrale per la Sicurezza, il Disarmo e la Non Proliferazione presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione . Come già suggerito, Ronzitti ricorda che la recente conferenza tenuta a New York aveva lo scopo di effettuare un riesame - e non una revisione - del trattato di non proliferazione. La rilevanza del trattato è data non solo dalla centralità del problema, ma anche dalla sua universalità. Al trattato infatti hanno aderito circa 190 paesi, con l 'esclusione, degna di nota, di Israele, India e Pakistan, possessori di testate nucleari.
La questione principale che ha posto il Ministro Brauzzi è se la conclusione della conferenza senza un testo finale sia effettivamente un fallimento o un mero rinvio di decisioni che andranno prese successivamente: probabilmente il nodo cruciale della sequenza starà nella conclusione dell’accordo definitivo sul nucleare iraniano, che potrebbe aprire la strada ad una rivisitazione su basi più distese della Conferenza per una zona denuclearizzata in Medio Oriente. Per quanto concerne l'Italia e l'Europa, ci si è preparati alla conferenza quinquennale con grande lavoro preliminare che non ha portato a molto, almeno a livello comunitario. In Europa monta la pressione, da parte di Austria, Irlanda e Svezia, per la c.d. campagna umanitaria, che potrebbe sfociare in un’iniziativa per l’adozione di una Convenzione per la messa al bando dell’arma nucleare. La conclusione di un eventuale trattato in materia sarebbe peraltro superflua, qualora non aderissero i paesi nucleari. In effetti, anche le due potenze nucleari europee (ma soprattutto la Francia) ostacolano qualunque sviluppo in questa direzione.
La discussione europea si è intersecata al lavoro del G7, all'interno del quale si percepiscono forti contrasti: infatti, se da una parte in Giappone si ricordano i 70 anni trascorsi dai bombardamenti nucleari di Hiroshima e Nagasaki, dall'altra la Francia rivendica il diritto all’autodifesa. La formula del G7, annunciata il 15 Aprile alla conferenza dei Ministri degli Esteri, è un’ espressione di compromesso: si propone un approccio graduale e un processo inclusivo che non circoscriva le responsabilità ai soli Stati nucleari. Il Ministro ricorda inoltre che gli Stati Uniti, per dare corpo alla prospettiva a medio e lungo termine di abolire l'arma nucleare evocata da Obama nel discorso di Praga del 2009, hanno prospettato, come alternativa alla “scorciatoia” della messa al bando dell’arma nucleare, il lancio del “Partenariato Internazionale per le Verifiche del Disarmo Nucleare”. Questa iniziativa si avvale dei lavori preparatori di Norvegia e Gran Bretagna, incorporando anche le esperienze acquisite nei processi di disarmo di Stati Uniti e Russia, e sfrutta queste esperienze maturate negli anni come base per nuove formule di coinvolgimento inclusivo di potenze nucleari e di attori non nucleari. L'Italia ha incoraggiato gli americani su questa strada, e presiederà anche il primo dei tre gruppi di lavoro della iniziativa, insieme all'Olanda.
Analogamente, per favorire un approfondimento giuridico dei temi connessi alla campagna umanitaria, la Farnesina ha promesso una conferenza a Sanremo dell’Istituto di Diritto Internazionale Umanitario, dedicata a sicurezza umana e disarmo nucleare. I risultati dell’incontro verranno presentati all’Assemblea Generale dell’ONU, nel prossimo autunno, per fornire un contributo meditato e sereno ad un tema di crescente importanza nell’agenda internazionale.