Il difficile accordo. La cooperazione europea per la ricerca e la tecnologia
A cavallo fra il 1956 e il 1957, tre «saggi» pronosticarono che a meno di un grande sforzo nel settore dell'energia nucleare, l'Europa si sarebbe trovata in uno stato di grave dipendenza energetica dall'esterno, con l'aggravante della sorgente dominante (petrolio) e della provenienza politicamente aleatoria (Medio Oriente). Tale sforzo avrebbe dovuto consistere in un massiccio intervento pubblico di sviluppo e di promozione industriale capace di garantire una relativa autonomia energetica. La «buona volontà» non è mancata se si considera il fatto che l'Europa nel suo complesso spende per la ricerca «energetica» 1.800 milioni di dollari, cioè come gli Stati uniti, soltanto che invece di spenderli coerentemente e unitariamente, li ripartisce e parzialmente li disperde negli sforzi nazionali, indipendenti e scoordinati. Il risultato è che al termine del 1973 la prevista dipendenza energetica dell'Europa dall'esterno si è drammaticamente aggravata e se si guarda più attentamente si scopre che questa dipendenza non riguarda solo il settore energetico. Eppure non sono mancati in questi diciotto anni momenti di entusiasmo per la ricerca: ricordiamo tutti le discussioni, intorno al «Le défi americain» di Servain Schreiber, sulla dipendenza o meno dal capitale americano. Non è mancato nello stesso tempo un dibattito serrato sui rapporti fra scienza, sviluppo ed ecologia. In questo intervallo, che ha visto entusiasmo tecnologico e processo alla tecnologia, si è realizzata in diverse forme una cooperazione fra paesi europei relativamente vasta e importante, il cui bilancio è tuttavia disastroso. Illustrare quello che è successo e tentare di identificarne le cause è l'obiettivo dell'indagine promossa dall'lstituto affari internazionali, verificata «nel mezzo del cammin» in un convegno internazionale, e ora riassunta in questo volume.
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Dati bibliografici
Bologna, Il mulino, giugno 1974, 203 p. -
Numero
31
Introduzione
Parte prima: Le esperienze dl cooperazione europea in materia di R&S
I. Quale cooperazione?
II. L'Euratom: un caso studio?
III. Dallo spazio: più ombre che luci
IV. Biologia molecolare: un successo che non fa testo
V. I tentativi di coordinamento della Comunità: Prest e Cost
VI. In campo aeronautico militare: priorità al bilateralismo
Parte seconda: Obiettivi, strutture e finanziamento della R&S nei principali paesi europei
I. Ricerca e sviluppo: quanto, come, perché?
II. Belgio
Ill. Francia
IV. Germania
V. Italia
VI. Paesi Bassi
VII. Gran Bretagna
Parte terza: Iniziative e limiti della Comunità per una nuova politica di R&S
I. Le proposte della Commissione nel 1972
II. 1973: realismo, cedimento o nuova filosofia?
Appendice: Elenco dei partecipanti al convegno «La cooperazione scientifica e tecnologica in Europa»