Il senatore a vita Giorgio Napolitano, presidente emerito della Repubblica, ha fatto visita oggi all’Istituto Affari Internazionali e ne ha incontrato i responsabili e la comunità dei ricercatori. Napolitano, che ha una lunga consuetudine con lo IAI, di cui è stato per molti anni membro del Comitato direttivo, è stato informato sulle attività dell’Istituto dal presidente, ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, e dal direttore Ettore Greco.
Entrambi hanno illustrato la collaborazione tra lo IAI e le istituzioni internazionali ed italiane, ma hanno anche sottolineato l’autonomia dell’Istituto, aggiungendo che l’azione europea e internazionale dell’ex presidente è stata un’importante “fonte di ispirazione”.
Erano presenti all’incontro, fra gli altri, i vice-presidenti dello IAI Gianni Bonvicini, Vincenzo Camporini e Fabrizio Saccomanni e gli ex presidenti Cesare Merlini e Stefano Silvestri.
Nel suo intervento, e rispondendo alle domande dei ricercatori, Napolitano, che s’è richiamato al suo libro ‘Europa: politica e passione’, ha parlato delle crisi che mettono a rischio il processo d’integrazione, e ha sottolineato il “soccorso” recentemente venuto all’Unione dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama e da Papa Francesco, specie sul fronte dell’immigrazione, rilevando come sia importante che vi sia attenzione, e preoccupazione, per quanto accade in Europa anche al di fuori del Vecchio continente.
Sulla prospettiva di Brexit, cioè di una fuoriuscita della Gran Bretagna dall’Ue, Napolitano ha mostrato apprezzamento per la “forte campagna” del premier britannico David Cameron, e anche per l’impegno di buona parte del partito laburista, perché, nel referendum del 23 giugno, prevalgano quanti vogliono restare nell’Unione.
L’ex capo dello Stato si è pure soffermato sugli snodi nevralgici della riforma dell’assetto istituzionale dell’Ue, per superare la crisi in atto e vincere le derive dei nazionalismi, come pure sulla governance globale, a partire dal ruolo del G20 e dal rinnovamento delle Nazioni Unite.
Infine, Napolitano ha individuato nel periodo 2006/2011 la fase più difficile per l’Italia sulla scena europea ed internazionale, affermando che, a partire dal 2011, c’è stato un recupero “di dignità e di voce”, anche se la riconquista piena della fiducia dei partner richiederà che si continui su questa strada anche negli anni a venire. Negli ultimi mesi, poi, si è passati, nel rapporto con l’Unione, “da un’Italia maltrattata a una che fa proposte”.