Artificial nations? The Sykes-Picot and the Islamic State’s narratives in a historical perspective
Negli ultimi anni un numero crescente di studi accademici ha analizzato il passato e il presente della regione del mediterraneo orientale sostenendo che le potenze occidentali crearono nazioni artificiali e che la maggioranza degli stati moderni dell’area sono privi di eredità storiche peculiari. La narrazione dello Stato Islamico (IS) che sta provando ad eliminare lo “Sykes-Picot order” – riportata nel dibattito e nei media occidentali – è ampiamente basata su presupposti simili. Questo articolo sfida questi argomenti e sostiene che, se non viene considerato in modo critico, il “processo di semplificazione” sperimentato dalla regione tra gli ultimi decenni del diciannovesimo e i primi decenni del ventesimo secolo può di per sé condurre a supposizioni semplificative. L’evoluzione culturale e politica di molti dei paesi della regione mostra uno sviluppo storico molto più complesso di quello che la narrativa di Sykes-Picot (e relativa all’IS) potrebbe suggerire: la maggioranza degli stati della regione infatti non sono semplicemente “creazioni artificiali” e le vecchie mappe non dovrebbero essere usate per coprire una complessa realtà locale.
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Dati bibliografici
in Diacronie. Studi di storia contemporanea, n. 25 = 1/2016 (marzo 2016) -
ISBN/ISSN/DOI:
2038-0955
1. Maps’ spatial agenda
2. Iraq, Syria and the Sykes-Picot narrative
3. The Palestinian context as a case study
4. Breaking the standardization process: getting back into history
5. Conclusions