Can the West Afford to Let the World Go Hungry? Overcoming Challenges to Establishing a Humanitarian Corridor in the Black Sea
Anche se le interdipendenze economiche non evitano la guerra, come testimoniato di recente dalla guerra di conquista della Russia in Ucraina, in un mondo globalizzato i costi della guerra si propagano in lungo e in largo. Bloccando i porti ucraini nel Mar Nero la Russia ha preso in ostaggio i mercati mondiali del cibo. Il conseguente aumento dei prezzi dei generi alimentari rende sempre più probabile una crisi umanitaria nei paesi più poveri del mondo; cosa che può a sua volta indebolire il sistema internazionale e creare disordini. Di recente si è discusso molto di una revoca del blocco mediante la creazione di un corridoio umanitario nel porto di Odessa. Qualsiasi tentativo in tal senso presenta dei problemi sia strategici che operativi. Eppure un’attenta analisi rivela che i costi e i rischi di un non-intervento superano i rischi dell’intervento. Per una missione di questo tipo l’opzione migliore sarebbe una forza navale internazionale, guidata dall’Ue o dai suoi Stati membri e dalla Turchia.
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Dati bibliografici
Roma, IAI, giugno 2022, 17 p. -
In:
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Numero
22|18 -
ISBN/ISSN/DOI:
978-88-9368-257-2
1. The case for humanitarian intervention
1.1 A global food crisis could be disastrous for the global order
2. Three diplomatic and strategic challenges to a humanitarian corridor
2.1 Ukraine
2.2 Russia
2.3 Turkey
3. Four operational challenges
3.1 Clearing sea mines will require considerable resources and time
3.2 Odessa’s port loading capacity needs to be restored
3.3 A tight shipping industry and long shipping times might slow down transportation
3.4 Solving the question of insurance might require public sector intervention
4. To intervene or not to intervene? That is the question
References