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COVID-19 and the Foreign Policy Perceptions of US Public and Elites

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17/11/2020

Negli Stati Uniti la pandemia da Covid-19 ha esacerbato la polarizzazione dell’opinione pubblica e delle élite riguardo alla politica estera. Dai sondaggi d’opinione emerge che i repubblicani preferiscono agire da soli e hanno paura della Cina, del terrorismo internazionale e dell’immigrazione. I democratici vedono nel Covid-19 e nel cambiamento climatico i maggiori problemi internazionali e preferiscono soluzioni multilaterali. Questa divisione riflette le divergenze nell’opinione delle élite. I conservatori restano legati al primato militare degli Stati Uniti e la pandemia ha accresciuto la loro brama di confrontarsi con la Cina. I liberali internazionalisti, pur riconoscendo i difetti dell’ordine post-1945 e la sua inadeguatezza a gestire le sfide contemporanee, vanno in cerca di adattamenti vari ma senza rinunciare alla leadership globale degli Stati Uniti. Davanti a sfide immense e un ambiente politico tossico, il presidente Joe Biden – un politico stile 20° secolo – potrebbe benissimo rifarsi a vecchi obiettivi piuttosto che abbracciare nuovi approcci per le nuove complessità mondiali del 21° secolo.

Paper presentato in un webinar sulle relazioni transatlantiche organizzato il 5 novembre 2020 dall’Istituto Affari Internazionali (IAI) e della Deutsche Gesellschaft für Auswärtige Politik (DGAP) in collaborazione con il Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, la Compagnia di San Paolo, il Friedrich Ebert Stiftung (Ufficio di Roma) e l’Ambasciata degli Stati Uniti in Italia.

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