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Differentiated Integration in Defence: A Plea for PESCO

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07/02/2017

Nel settore della difesa prevale l’integrazione differenziata, al di fuori della cornice legale e istituzionale dell’Unione europea. La cooperazione strutturata permanente (Permanent Structured Cooperation, PeSCo) permetterebbe a un gruppo di stati membri di approfondire la cooperazione nel settore della difesa restando all’interno dei Trattati Ue. Tale opportunità andrebbe però sprecata se la PeSCo venisse attivata solo per il lancio di iniziative che sarebbe possibile intraprendere anche senza farvi ricorso. Per rappresentare davvero un valore aggiunto, la PeSCo dovrebbe essere abbastanza ambiziosa e compiere il passo successivo, ossia passare dalla cooperazione nel settore della difesa a un’effettiva integrazione. Per fare ciò la PeSCo deve andare oltre i progetti di procurement e puntare alla creazione di strutture multinazionali permanenti in cui ogni Stato membro che partecipi possa contribuire con le proprie capacità. Il Fondo europeo per la difesa proposto dalla Commissione europea potrebbe rappresentare un forte incentivo a questo scopo, ma solo se i contributi degli Stati membri a quest’ultimo saranno accompagnati da un contributo della stessa Commissione. La PeSCo implica, infatti, un cambiamento dell’approccio strategico, ossia il passare da interessi e piani di difesa nazionali a un quadro basato su obiettivi comuni.

Documento preparato nell’ambito di “EU60: Re-Founding Europe. The Responsibility to Propose”, un’iniziativa lanciata dall’Istituto Affari Internazionali (IAI) e dal Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale (Maeci), in collaborazione con il Centro Studi sul Federalismo (Csf) e nell’ambito della partnership strategica con la Compagnia di San Paolo, in occasione del 60° anniversario dei Trattati di Roma. Pubblicato anche come: Oratio pro PESCO, Bruxelles, Egmont, gennaio 2017, 13 p. (Egmont Papers ; 91), ISBN 979-10-96843-06-0.

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