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Differentiated Integration: A Way Forward for Europe

16/03/2017

Tra i fautori di una sempre maggiore integrazione europea ha guadagnato terreno l’idea di un’integrazione differenziata, con la quale alcuni stati membri possono approfondire l’integrazione in determinati ambiti politici, coinvolgendo possibilmente i rimanenti paesi in un secondo momento. L’integrazione differenziata viene sempre più vista – non solo dai politici europei, ma anche dalle stesse istituzioni europee – come una maniera ragionevole e pragmatica per rilanciare il processo di integrazione. Il concetto di integrazione differenziata appare semplice, ma la sua applicazione si rivela piuttosto complessa sia sul piano politico che istituzionale. Per avere successo qualsiasi iniziativa di differenziazione dovrebbe perciò affrontare chiaramente diverse questioni essenziali. Questo contributo illustra le cinque principali domande e i corrispondenti principi guida per attuare una differenziazione, applicandoli poi a tre macro-aree politiche: la governance economica, la difesa e lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia. Per ogni area gli autori delineano uno specifico percorso di differenziazione e una tabella di marcia, facendo riferimento a tre esistenti “ancore istituzionali”, ossia la zona euro, la cooperazione strutturata permanente (Pesco) nel settore della difesa e l’area Schengen.

Documento preparato nell’ambito di “EU60: Re-Founding Europe. The Responsibility to Propose”, un’iniziativa lanciata dall’Istituto Affari Internazionali (IAI) e dal Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale (Maeci), in collaborazione con il Centro Studi sul Federalismo (Csf) e nell’ambito della partnership strategica con la Compagnia di San Paolo, in occasione del 60° anniversario dei Trattati di Roma.

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