El Haraga Read Through Maghrebi Literary Production
Questo saggio analizza un campione esemplificativo della recente narrativa magrebina per esplorare l’evolversi della cultura dell’Haraga nel Magreb. In teoria l’Haraga richiede l’azione sia del migrante che del migrato. Il termine migrazione maschera questa dualità in quanto presuppone che il migrante sia l’unico soggetto dell’azione. Al contrario, la parola araba Haraga articola il migrato come mahruk (bruciato) e il processo attraverso cui il migrato diventa tale come l’inhirag (bruciarsi). Questa analisi mostra come i migranti elaborino le loro destinazioni in modo multidimensionale e principalmente attraverso la negazione, evidenziando come siano respinti dall’interno più che attratti dall’esterno. Le loro migrazioni non mirano solo ad attraversare lo spazio fisico verso l’Europa, ma anche uno spazio simbolico tra periferia e centro su diversi piani, quello sociale, quello familiare e quello psicologico. A causa dei molteplici modi in cui il migrante e il “bruciato” rimangono connessi mentre sono spazialmente separati, la migrazione continua del primo richiede il “bruciarsi” continuo del secondo. Di conseguenza l’Haraga svanisce nella società magrebina e sposta il suo centro concettuale verso terre di confine.
Saggio vincitore del concorso MEDRESET Young Writer Prize, presentato durante la conferenza "The Middle East and the EU: New Realities, New Policies", Bruxelles, 6 marzo 2019.
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Dati bibliografici
Roma, IAI, febbraio 2019, 12 p. -
In:
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Numero
Working Paper 35
Tema
Tag
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