Europa della difesa: quali prospettive?
L’Unione europea ha di recente spinto il piede sull’acceleratore sull’integrazione nel campo della difesa con il varo della cooperazione strutturata permanente (Permanent Structured Cooperation, PeSCo). Tale processo, inaugurato con la presentazione della Strategia globale dell’Ue nel 2016, è in parte dovuto alla contemporanea presenza di diversi fattori quali l’imminente uscita del Regno Unito dall’Unione, l’approccio della nuova presidenza americana a livello mondiale e la minaccia terroristica. In tale contesto, costruendo sui progressi già ottenuti, la creazione di un’Europa della difesa necessita di una tipologia di “integrazione differenziata” tra un gruppo di Stati membri realmente in grado di parteciparvi e decisi a realizzarla – gruppo in cui l’Italia può ricoprire un ruolo chiave. Allo stesso tempo occorre che l’Ue lavori a un più stretto coordinamento sia esterno, in particolare beneficiando delle sinergie possibili con la Nato, che interno, favorendo la cooperazione tra le sue istituzioni e con gli stati membri.
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Dati bibliografici
Roma, IAI, novembre 2017, 12 p. -
In:
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Numero
17|19
Introduzione
1. Difesa comune europea: perché adesso?
2. Le iniziative e i progetti attualmente in essere
3. Il coordinamento tra Unione europea e Nato
4. Il ruolo trainante dell’Italia
5. PeSCo come esempio per un’Europa “differenziata”
Conclusioni
Riferimenti
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