Europe Must Take on its Share of the Syrian Refugee Burden, But How?
Mentre nei colloqui di pace a Ginevra va avanti lo scontro tra governo e opposizione siriana, sul terreno la battaglia infuria e il bilancio delle vittime e l'ondata dei rifugiati continuano a crescere. L'Europa vuole pesare nei colloqui, ma può tenere occhi - e frontiere - chiusi per gli uomini, le donne e i bambini in fuga dalla Siria? Che risposta può dare al disastro umano e politico che si delinea alla sua frontiera esterna? L'Europa ha accolto solo in una piccola parte (2,9 per cento) dei rifugiati siriani e gli stati europei hanno reagito in modo diseguale alla crisi dei rifugiati. In Europa le opportunità di asilo offerte ai siriani sono aumentate, ma non abbastanza in rapporto all'inasprirsi della guerra e ai sempre maggiori ostacoli che i richiedenti asilo siriani incontrano nel loro cammino verso l'Ue. Attualmente l'Europa discute di una ripartizione degli oneri, o "ripartizione delle responsabilità" tra gli stati membri geograficamente più esposti ai flussi irregolari, e quelli che non lo sono. I risultati di questa discussione - comunque cruciale per un migliore sistema europeo comune di asilo - arriveranno però troppo tardi per gestire una crisi dei rifugiati che rischia di minare o addirittura rovesciare stati mediorientali fragili. La situazione attuale è triste, e nel prossimo futuro si profila un peggioramento del conflitto, se non altro.
Documento prodotto nell'ambito della partnership strategica IAI-GMF.
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Ricerca27/12/2013
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