External Differentiation in Migration: Boosting or Hollowing Out the Common EU Policy?
Si attribuisce sempre più importanza alla cooperazione esterna dell’Unione europea e di conseguenza alla partecipazione degli Stati extra-europei alla politica Ue in materia di migrazione e asilo, sia in termini normativi che organizzativi, dando origine a casi di differenziazione esterna.Questo studio ne analizza le cause, le forme e gli effetti. Gli autori prendono in esame i casi di Libia, Marocco, Turchia e Balcani occidentali, dimostrando come la molteplicità di attori, luoghi e livelli che governano la politica dell’Ue in materia di migrazione e asilo giochi un ruolo significativo nel guidare e definire tale differenziazione esterna. Secondo gli autori i meccanismi di integrazione differenziata esterna hanno effetti relativi e limitati al breve periodo sulla pressione migratoria. La crescente intergovernalizzazione e informalizzazione della differenziazione esterna si ripercuote però significativamente sugli standard normativi interni dell’Ue. In conclusione, i meccanismi di integrazione differenziata esterna dovrebbero andare ad aggiungersi e non a sostituire a politiche interne comprensive e l’integrazione differenziata esterna dovrebbe andare ben oltre un limitato focus sul controllo della migrazione e garantire invece il pieno rispetto del sistema di regole Ue in materia di diritti umani, asilo e cooperazione internazionale.
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Dati bibliografici
Roma, IAI, novembre 2020, 21 p. -
In:
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Numero
Policy Paper 10
Executive summary
Introduction
1. Causes and shapes of external differentiation
1.1 Libya
1.2 Morocco
1.3 Turkey
1.4 Western Balkans
2. Effects of external differentiation: Reducing short-term migratory pressure at the expense of normative standards?
2.1 Do external DI mechanisms reduce migratory pressure?
2.2 Does external differentiation undermine EU normative standards?
Conclusions
References