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I temi della condizionalità nel negoziato sul Quadro finanziario pluriennale 2021-2027

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05/04/2018

La condizionalità, termine con cui si designa la pratica di subordinare l’assistenza finanziaria a un determinato Stato al rispetto di determinati requisiti, è uno strumento suscettibile di essere usato per una pluralità di scopi. Nell’eurozona, dal 2010 in poi, è servita a disciplinare le politiche finanziarie degli Stati membri, configurandosi come una forma di “condizionalità macroeconomica”. I suoi risultati oggi non vengono considerati conformi alle aspettative. Una prima ipotesi di revisione della condizionalità, prospettata dalla Commissione nel dicembre 2017, punta ad affiancare alla condizionalità macroeconomica una “valutazione di impatto sociale” delle politiche adottate su tale base. Una seconda proposta, presentata dal governo italiano e accolta con favore dalla Commissione, mira a subordinare l’erogazione dei fondi connessi alle politiche di coesione sociale al rispetto dei diritti umani e dello stato di diritto da parte degli Stati beneficiari dei fondi. La proposta equivarrebbe a introdurre uno strumento alternativo a quello, rivelatosi inefficace, delle sanzioni previste in caso di mancato rispetto. Si tratta di un’ipotesi che merita apprezzamento nel suo tentativo di restaurare i “valori comuni” agli Stati membri, oggi non di rado messi a repentaglio, e che va perseguita con coerenza nell’ambito del dibattito sulla revisione del Quadro finanziario pluriennale e in ogni altra sede politico-istituzionale.

Documento preparato nell’ambito del progetto “Quadro finanziario pluriennale dell’Ue 2021-2027. Risorse, strumenti e possibili sviluppi”, marzo 2018. Presentato al convegno "Quali priorità per l’Europa del futuro. Il Quadro finanziario pluriennale dell’Unione europea”, Roma, 17 aprile 2018.

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