Il dibattito sulle prospettive dell'Ue e dell'Euro in Germania, Francia, Regno Unito e Spagna
Negli ultimi mesi, il dibattito sull'Unione europea in Germania, Francia, Regno Unito e Spagna si è giocoforza concentrato sulla crisi dell'euro ed in particolare sul nuovo "Trattato sulla Stabilità, il Coordinamento e la Governance nell'Unione Economica e Monetaria", il c.d. "fiscal compact", che sarà firmato a margine del Consiglio europeo di inizio marzo. In questi paesi si evidenzia una sostanziale convergenza dei governi sulla necessità di dar seguito alle necessarie misure di austerità e disciplina fiscale, previste anche nell'ambito del nuovo Trattato. L'unica eccezione è costituita dal governo britannico, che ha posto il veto sulla propria partecipazione all'accordo. Il forte accento posto dal Trattato sul rispetto della disciplina fiscale riflette in toto le convinzioni del governo tedesco ed in particolare del cancelliere federale Angela Merkel, alle quali hanno aderito, anche se con ruoli diversi, Nicolas Sarkozy e Mariano Rajoy. La posizione del governo britannico, ed in particolare del Premier David Cameron ha creato qualche malumore tra i membri del partito liberal-democratico guidato da Nick Clegg, che fa parte della coalizione di governo, ma riflette chiaramente l'impostazione euroscettica del partito conservatore e, più in generale, del paese. Malgrado i partiti di opposizione del centro-sinistra nei tre paesi dell'Europa continentale sopra richiamati abbiano criticato un'impostazione che ritengono eccessivamente basata sul consolidamento dei conti pubblici e poco sul rilancio della competitività e della crescita, alcune delle misure straordinarie attivate dai governi sono state approvate in forma bipartisan. In Francia si segnala una convergenza tra governo ed opposizione nel porre il problema del controllo democratico parlamentare della nuova governance della zona euro. Le associazioni confindustriali di questi paesi sottolineano l'importanza di integrare le misure di austerity con liberalizzazioni e politiche di riforma del mercato del lavoro e del welfare, e con il completamento del mercato unico, tutti campi sui quali ritengono che bisognerebbe intervenire in modo più profondo e coraggioso rispetto a quanto fatto finora (posizioni condivise peraltro anche nel Regno Unito). I sindacati, pur riconoscendo l'eccezionalità dell'attuale periodo, avanzano invece critiche in merito all'impatto negativo che l'eccessivo rigore ha in termini posti di lavoro e alla possibile attivazione di un circolo vizioso (rigore, recessione, rigore...). Infine, i sondaggi rivelano che la fiducia dell'opinione pubblica nei confronti dell'Unione europea e dell'Euro è significativamente diminuita nel corso del 2011, risultato peraltro in linea con la crescente sfiducia nei confronti delle istituzioni, siano esse nazionali o comunitarie, anche se con peso diverso a seconda del paese considerato. Solo nel Regno Unito la fiducia dei cittadini nei confronti dell'Unione europea è maggiore di quella nei confronti del governo nazionale.
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Dati bibliografici
Roma, Camera dei deputati, febbraio 2012, 23 p. -
Numero
Approfondimenti 50
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