La politica estera, di sicurezza e di difesa dell’Unione europea: funzionamento e proposte di riforma
Il Trattato di Lisbona ha introdotto innovazioni istituzionali e decisionali con l’obiettivo di rendere l’azione esterna dell’UE più coerente, più efficace e più democratica. Tuttavia, i settori della politica estera, di sicurezza e di difesa restano caratterizzati da dinamiche prevalentemente intergovernative e sono spesso ostaggio dei veti incrociati degli stati membri, che agiscono sulla base di interessi nazionali spesso divergenti. Eppure, le crisi internazionali che si sono succedute dall’entrata in vigore del Trattato di Lisbona – dalla Libia alla Siria al Sahel – e la guerra in Europa conseguente all’invasione russa dell’Ucraina hanno trasformato l’ambizione dell’UE a diventare un attore geopolitico in una necessità. Di conseguenza, è necessario adeguare la sua struttura istituzionale, le sue modalità operative e i suoi meccanismi decisionali per rendere il suo sistema di governance della Politica estera, di sicurezza e di difesa comune (PESDC) funzionante e credibile. In questo approfondimento presentiamo le principali caratteristiche della PESDC post-Lisbona, con particolare attenzione agli aspetti istituzionali e procedurali, e presentiamo una serie di proposte di riforma.
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Dati bibliografici
Roma, Camera, settembre 2022, 23 p. -
Numero
Approfondimenti 194
1. La politica estera e di sicurezza dell’UE post-Lisbona
2. Possibili riforme per la governance della politica estera e di sicurezza comune dell’UE
2.1 Meccanismi di funzionamento più flessibili
2.2 Procedure decisionali più snelle
2.3 Interventi specifici nel settore della difesa
Conclusioni
Allegato: Struttura decisionale PESC e PESD
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