L'Iniziativa Belt and Road in Italia: i porti di Genova e Trieste
Nel marzo 2019 l’Italia ha firmato un memorandum d’intesa con la Repubblica popolare cinese in cui manifestava la sua adesione all’Iniziativa Belt and Road, il progetto di opere infrastrutturali e connettività che è il fiore all’occhiello del presidente cinese Xi Jinping. Il memorandum è stato accompagnato da una serie di accordi commerciali, compresi due accordi che sia il Porto di Genova sia il Porto di Trieste hanno concluso con l’impresa di stato cinese China Communications Construction Company (Cccc). L’Unione europea e gli Stati Uniti hanno espresso preoccupazione per questi accordi, temendo che la Cccc alla fine possa ottenere una quota di controllo dei porti, analogamente a quanto accaduto di recente tra la China Ocean Shipping Company (Cosco) e il porto greco del Pireo. I vincoli legali esistenti, il dibattito aperto a livello internazionale e nazionale e la natura vaga degli accordi in questione hanno tuttavia per il momento impedito a questi timori di materializzarsi.
Studio preparato nell'ambito del progetto IAI “When Italy Embraces the BRI”. Traduzione dall’inglese di Giuseppe Barile.
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Dati bibliografici
Roma, IAI, aprile 2021, 20 p. -
In:
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Numero
21|17it -
ISBN/ISSN/DOI:
978-88-9368-191-9 (en); 978-88-9368-216-9 (it)
Introduzione
1. L’Iniziativa Belt and Road: un rischio per l’Italia?
2. Le principali imprese cinesi operanti nel settore portuale italiano
3. I porti di Genova e Trieste
4. Prima di marzo 2019
4.1 L’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale
4.2 L’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale
5. Il memorandum d’intesa del marzo 2019
6. Dopo marzo 2019
6.1 Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale
6.2 L’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale
Conclusioni
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Ricerca10/09/2020
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