Moats, Walls, and the Future of Iraqi National Identity
Oggi i politici iracheni, appoggiati dagli Stati Uniti e altri governi occidentali, sostengono che solo i muri e i fossati che dividono gli iracheni sono in grado di garantire la sicurezza e che l’Isis verrà eliminato manu militari. I cittadini iracheni non solo non sono d’accordo, ma hanno dimostrato che esistono delle alternative. I manifestanti iracheni hanno gridato a gran voce che la ragion d’essere di muri e fossati è sostenere il sistema confessionale instaurato nel 2003, non certo proteggere i cittadini. Che in realtà sono più al sicuro se uniti, a prescindere dalla loro setta o etnia. Ciò che serve in Iraq è porre fine al settarismo e ripristinare l’identità nazionale irachena e lo stato di diritto. Una risposta a queste richieste non può essere rimandata a un momento successivo alla sconfitta dell’Isis e dell’estremismo. Al contrario, una riforma politica e il ripristino di una identità nazionale condivisa sono la miglior strategia per affrontare l’Isis e l’estremismo in Iraq e nella regione.
Documento prodotto nell'ambito della rete di ricerca New-Med, ottobre 2016.
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Dati bibliografici
Roma, IAI, ottobre 2016, 21 p. -
Numero
16|28 -
ISBN/ISSN/DOI:
978-88-9368-008-0
Introduction
1. Moats, trenches, checkpoints and walls are drawing new de facto borders inside Iraq
2. Iraqi national identity: Does it exist?
2.1 The spirit of localism and Bedouin values
2.2 The rise of national identity in response to external threat
2.3 External factors: The “New Middle East” and regional discord
3. The Tahrir Square uprising of 2011, the Iraqi intifada of 2016, and Iraqi national identity
3.1 The political discourse of Tahrir Square
3.2 Madaniyya vs. secular
Conclusions
References