Quale legittimità per le operazioni Nato e italiane in Libia?
Nonostante la guerra civile in Libia volga al termine, la Nato continua i suoi raid aerei. La risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (Cds) è una giustificazione sufficiente? La partecipazione italiana ai bombardamenti può continuare o è in contrasto con il disposto costituzionale? L’intervento della Nato è oggi ancorato alla risoluzione 2009, votata all’unanimità il 16 settembre 2011 dal Cds, che afferma che il Cds porrà termine all’autorizzazione all’uso della forza non appena le circostanze lo consentano, legittimando dunque una continuazione dello sforzo bellico, che potrà terminare solo se il Cds così decida. L’azione militare, inizialmente giustificata come scudo per la popolazione civile, ha da tempo assunto la forma di aperto sostegno ai ribelli e aiuto ad un cambiamento di regime, puntualmente avvenuto. Tuttavia le operazioni militari devono non solo avvenire nel quadro della legittimazione internazionale e nei limiti disposti dal Cds, ma anche essere conformi al diritto internazionale umanitario che vieta il bombardamento di obiettivi civili e la produzione di danni collaterali eccessivi. Purtroppo l’informazione sugli obiettivi colpiti e i danni collaterali causati non è stata sempre trasparente ed è da lamentare una scarsa informazione da parte italiana.
Pubblicato anche in AffarInternazionali, 19 settembre 2011.
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Dati bibliografici
Roma, Istituto Affari Internazionali, settembre 2011, 5 p. -
In:
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Numero
11|12
Introduzione
1. La risoluzione 1973
2. I raid Nato
3. Partecipazione italiana
4. Scarse informazioni