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Regioni europee e scambio ineguale. Verso una politica regionale comunitaria?

01/08/1976

A quasi vent'anni dalla costituzione della Cee è legittimo porsi un interrogativo. In che misura è stato realizzato l'obiettivo fissato dall'articolo 2 del Trattato di Roma della promozione, nell'ambito della Comunità, di uno sviluppo economico equilibrato? La Comunità ha indubbiamente conosciuto, almeno fino agli inizi degli anni '70, una forte espansione, ma ad essa ha fatto riscontro una progressiva divaricazione degli squilibri territoriali, alimentati dall'unione doganale e dalla politica agricola comune. Per di più il processo d'integrazione europea si è arrestato proprio al momento del passaggio dall'unione doganale all'unione economica, nel cui contesto solamente sarebbe possibile la soluzione del problema delle aree sottosviluppate dalla Comunità. Partendo da tali constatazioni il libro analizza la politica regionale comunitaria dal suo emergere come linea di riflessione e di azione (attraverso il coordinamento delle politiche regionali nazionali e il parziale orientamento in senso regionale degli strumenti finanziari comunitari a finalità settoriale: Feoga, Fondo sociale, Bei) al suo concretizzarsi con l'istituzione del Fondo europeo per lo sviluppo regionale nel febbraio 1975. L'insieme di questi strumenti appare del tutto insufficiente in quanto risponde ad una filosofia di parziale «correzione dei carichi finanziari», e non è suscettibile di agire sulle «cause» degli squilibri che stanno a monte e che, se non opportunamente disinnescate, tendono a riprodurli all'infinito. Quali connotati dovrebbe allora assumere una politica regionale comunitaria veramente incisiva? Non certamente quelli prospettati dal rapporto Tindemans. Individuare alcune condizioni minimali atte a garantire l'avvio di un riequilibrio sostanziale costituisce uno degli obiettivi dell'analisi qui condotta. In particolare, imprescindibile appare l'esigenza di una diretta partecipazione delle regioni europee: ed infatti al rapporto fra Regioni, Stato e Comunità e alle conquiste delle regioni nella loro battaglia contro le spinte centralizzatrici, l'autrice ha dedicato particolare attenzione nella convinzione che un più diretto coinvolgimento delle autonomie locali possa contribuire a realizzare, nel quadro di una ripresa sostanziale del processo d'integrazione europea, un'efficace politica di riequilibrio territoriale sia a livello interno che a livello comunitario.

Ricerca condotta dall'Istituto Affari Internazionali (IAI) per conto dell'Associazione Italiana per il Consiglio dei Comuni d'Europa (AICCRE).