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Relational Power Europe. Conflict Management and the Future of EU Foreign and Security Policy

09/05/2024

L’UE si è trovata ad affrontare sfide crescenti nel cercare di arrivare a una sua politica estera e di sicurezza. La distribuzione del potere tra molteplici attori – dagli Stati Uniti alla Russia e alla Cina, ma anche attori regionali come l’Iran o la Turchia – che sposano visioni contrastanti dell’ordine costringe l’UE e i suoi Stati membri a ripensare i propri impegni internazionali secondo modelli multipolari. Il grave indebolirsi dell’autorità statale e dei meccanismi di governance nelle altre regioni alimenta molteplici sfide, dai traffici illeciti ai flussi migratori, che l’UE fatica ad affrontare simultaneamente e in modo organico. A questi fenomeni sistemici si intrecciano le divisioni interne tra gli Stati membri, rendendo ancor più complessi gli sforzi dell’UE nel far fronte al gran numero di crisi e conflitti che incidono sulla sicurezza dell’Europa. La competizione multipolare, la frammentazione regionale e la contestazione interna, da sole e in combinazione tra loro, definiscono il contesto della politica estera e di sicurezza dell’UE. In questo studio analizziamo come l’UE ha affrontato crisi e conflitti tra la metà degli anni 2000 e l’inizio degli anni 2020 – incluse le invasioni russe dell’Ucraina, la disputa sul nucleare iraniano, la guerra civile in Siria e altro ancora – per comprendere la natura peculiare del ruolo dell’UE nella sicurezza internazionale. Riteniamo l’UE un “potere relazionale”, un’entità costituita dinamicamente dalla sua interazione con il suo contesto interno e nazionale. In quanto tale, l’UE emerge come un attore collettivo che amplifica l’influenza internazionale dei suoi Stati membri ma non è in grado di impegnarsi di suo nelle contese tra potenze. Offriamo inoltre approfondimenti rilevanti da un punto di vista politico sui futuri scenari di riforma o di frattura della politica estera e di sicurezza dell’UE.

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