Un anno da Minsk II: a che punto siamo?
A un anno di distanza dalla firma di Minsk II aleggia ancora una forte incertezza circa l’effettiva attuazione delle clausole dell’accordo. Il “cessate il fuoco” è costantemente violato da ambo le parti, il processo di riforma costituzionale volto a una decentralizzazione del potere in Ucraina si è arenato e i contendenti faticano a trovare un accordo sulle regole da seguire per le elezioni nel Donbass. Nel frattempo si è aggravata la crisi umanitaria nella regione. In questo contesto, se non vi saranno nuovi e concreti sviluppi, sarà difficile evitare il rinnovo delle sanzioni contro Mosca il prossimo luglio. Da più parti giungono pressioni per una revoca: tuttavia, la revisione dell’impianto sanzionatorio in assenza di azioni concrete da parte di Mosca potrebbe ridurre gli incentivi, per il Cremlino, a raggiungere un compromesso duraturo con Kiev. Al contrario, la Russia potrebbe essere tentata di “congelare” il conflitto nel Donbass mantenendo una duratura influenza sugli affari ucraini e impedendone così la stabilizzazione. In questa difficile partita l’Italia prosegue nella sua “strategia del doppio binario” alla ricerca di una sintesi tra la necessità da una parte di sanzionare le violazioni del diritto internazionale e di rispettare gli impegni con i partner euro-atlantici e dall’altra di lasciare aperta la porta a un dialogo e a una collaborazione con Mosca.
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Dati bibliografici
Roma, Senato, marzo 2016, 6 p. -
Numero
Note 59
I termini dell’accordo
I pomi della discordia
Unità europea a rischio
Il ruolo dell’Italia
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Osservatorio di politica internazionale
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