Water Politics. How Sudan’s Turbulent Transition toward Democracy Has Led It to Compromise Its Own Well-Being over the Grand Ethiopian Renaissance Dam
Fin dal 2011, quando sotto il primo ministro etiope Meles Zenawi è stata concepita la Grand Ethiopian Renaissance Dam, il Sudan ha adottato una posizione pragmatica riguardo alla diga, svolgendo un ruolo fondamentale nella Dichiarazione di Principi del 2015. Nella dichiarazione firmata a Khartoum ci si riprometteva di collaborare in buona fede alla costruzione della diga, rassicurando inoltre l’Egitto riguardo al suo approvvigionamento idrico. Tale approccio derivava principalmente dal riconoscere che il Sudan avrebbe tratto vantaggio dalla produzione energetica e dallo sviluppo economico attraverso una fornitura sostenibile di energia pulita. Ma quando nel 2019 sono giunti al termine i 30 anni di regno di Omar al-Bashir e ha avuto inizio la conseguente campagna dei civili contro il potere militare del paese, la lucidità del Sudan riguardo alla diga è svanita. Anzi, l’esercito del paese, guidato dal generale Abdel Fattah al-Burhan, si è stretto all’Egitto suo alleato e ha usato le crescenti tensioni sulla costruzione della diga per sviare in patria le tensioni interne.
Studio preparato nell’ambito del progetto “Sfide africane al multilateralismo: la geopolitica del Nilo fra conflitto e cooperazione”, ottobre 2022.
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Dati bibliografici
Roma, IAI, ottobre 2022, 16 p. -
In:
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Numero
22|30 -
ISBN/ISSN/DOI:
978-88-9368-271-8
Introduction
1. From pragmatism to precariousness
2. Dam politics: How regional relations forged Sudan’s position on the GERD
3. After Bashir, off come the gloves
4. War in Ethiopia further complicates GERD talks
5. Trump and the Gulf states
Conclusion – Recommendations and solutions
References